Il mondo del cinema ci appare come un sogno ma in certi casi può rivelarsi davvero un incubo, specialmente se non si è adeguatamente preparati alle riprese. Attori e stunt-man lo sanno bene. Alcune produzioni richiedono un impegno mentale e fisico fuori dal comune. E il fisioterapista diventa un alleato fondamentale per farsi trovare pronti o per intervenire se qualcosa è andato storto durante le riprese.
Ce lo racconta Mattia Bisonni, professione stuntman, un amico che a pieno titolo può affermare:
“Il pericolo è il mio mestiere!”
Mattia è spesso impegnato su produzioni importanti, per questo abbiamo deciso di fargli questa breve intervista e farci raccontare un po’ il suo lavoro.
Mattia come hai iniziato questo lavoro?
Quattro anni fa facevo spettacoli di acrobatica in un villaggio turistico. Lì ho conosciuto uno stunt-coordinator, che avendomi notato, mi ha dato la possibilità di imparare il mestiere e fare le prime esperienze sul set.
Che preparazione ci vuole per fare lo stunt-man?
In genere ogni stunt parte da una disciplina sportiva, come le arti marziali, gli sport da combattimento in generale. Poi sport estremi, acrobatica, e da quelle basi si impara ciò che può essere richiesto nelle varie scene d’azione.
Qual è stato l’infortunio peggiore che hai avuto?
Non c’è stato un evento particolare, ma con il tempo puoi andare incontro a infiammazioni e dolori, per esempio per quanto mi riguarda al polso. Principalmente succede quando dobbiamo fare molte volte la stessa scena e con ripetizione per esempio di una caduta si possono riportare contusioni, ci si può far male alla colonna vertebrale, gomiti, ginocchia e via dicendo.
Come ti aiuta la fisioterapia?
I vari dolori che inevitabilmente vengono, vanno curati per tempo altrimenti si rischia di peggiorarli o di farli diventare cronici. Mi aiuta anche a recuperare prima tra una produzione e l’altra. Quando conosco le tempistiche approfitto sempre per fare delle sedute intermedie. Mi aiuta ad iniziare al meglio della forma e anche il risultato è migliore.
Qual è il film / la tua performance di cui sei più soddisfatto?
“Freaks out”, un film di Gabriele Mainetti che uscirà prossimamente. Ho fatto diverse scene, per esempio quella dove dovevamo saltare sopra a un treno in corsa, oppure quando cadevo dalla camionetta dei militari tedeschi.
Che consigli daresti a chi vuole avvicinarsi a questo lavoro?
Di prepararsi su più discipline possibili e di proporsi alle persone giuste perché anche quello fa la differenza. Ci vuole disciplina e un pizzico di fortuna. Nel mio caso sono stato fortunato a incontrare il mio mentore e bravo a farmi trovare pronto. Ci vuole sicuramente tanta passione per l’azione.
Il tuo ultimo lavoro uscito nelle sale?
“Il primo Re” di Matteo Rovere, dove abbiamo fatto tutte le battaglie, dove abbiamo costruito coreografie con spade e combattimenti corpo a corpo, spesso violenti e molto realistici.
Grazie per questa intervista Mattia e in bocca al lupo per il prosieguo della tua carriera.
Grazie a voi e alla prossima!
La fisioterapia per il cinema
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