La magnetoterapia (o elettromagnetoterapia) è un genere di terapia alternativa che utilizza campi magnetici. La magnetoterapia non va confusa con lo studio e l’eventuale applicazione degli effetti che campi magnetici di forte intensità hanno sul corpo umano.
Si possono distinguere tre tipi di magnetoterapia:
- statica;
- a bassa frequenza;
- ad alta frequenza.
In magnetoterapia la forza del campo magnetico (induzione magnetica) viene espressa in Gauss:
- 1 Gauss = 0,00001 Newton / Ampére metro
- 1 Tesla = 10.000 Gauss
Il flusso magnetico viene espresso come prodotto tra l’induzione magnetica e l’area della superficie perpendicolare all’induzione magnetica, e la sua unità di misura è il Weber: 1 Weber = 1 Newton / Ampére · metro
I magneti utilizzati in magnetoterapia a campo stabile vengono classificati in base all’intensità magnetica:
- molto bassa: 100-300 Gauss (cc);
- bassa: 300-700 Gauss (cc);
- media: 1000-2500 Gauss (cc);
- alta: 3000-6000 Gauss (cc);
- massima: 7000-12300 Gauss (cc).
Generalmente la durata dei magneti è illimitata, salvo quelli in ferrite o deliberate operazioni di surriscaldamento del magnete a temperature prossime, pari o superiori al punto Curie dei materiali di cui sono composti (sempre superiori a 300 °Celsius).
L’apparecchiatura utilizzata per la magnetoterapia è costituita da uno stadio oscillatore che eroga un’onda quadra la cui frequenza è selezionabile, solitamente tra i 5 e i 100 Hertz. Lo stadio oscillatore è comandato da un timer, che consente di programmare la durata dell’applicazione, e a sua volta pilota uno stadio di potenza, generalmente costituito da uno o più mosfet, che consente di inviare una corrente dell’ordine di almeno 1 ampere nel solenoide utilizzato per generare il campo magnetico.
È utile che sia presente anche un sensore ad effetto Hall per verificare l’effettiva presenza del campo magnetico, e la sua polarità.
La magnetoterapia ad alta frequenza consiste nell’applicare onde radio a larghissimo spettro, da pochi MegaHertz fino al Ghz, con potenze intorno ad 1 W, in impulsi brevissimi (90-100 microsecondi) ripetuti da 40 a 2500 volte al secondo.
La magnetoterapia ha numerosi campi e numerose modalità di applicazione, ma opera principalmente nella regolarizzazione dell’equilibrio elettrochimico della cellula e restaurando la corretta permeabilità della membrana cellulare; a questo fine le zone interessate da patologie muscolari, articolari, ossee e tessutali in genere, verrebbero sottoposte a irradiazioni mirate.
La magnetoterapia è controindicata per i portatori di stimolatori cardiaci pacemaker e apparecchiature elettroniche in quanto potrebbe interferire con esse, e secondo i praticanti sarebbe controindicata in presenza di patologie neoplastiche, in quanto ne accelererebbe lo sviluppo, potrebbe avere effetti di vasodilatazione e viene sconsigliata in caso di insufficienza coronarica, disturbi ematologici o vascolari, alterazioni funzionali organiche, psicopatologie, epilessia, alcune malattie infettive, micosi, iperfunzione tiroidea, sindromi endocrine, tubercolosi e gravidanza.